Costruita intorno a un telaio tubolare essenziale, con carrozzeria in vetroresina dalle linee aerodinamiche, la Fiat Abarth 2000 Sport Tipo SE010 si riconosce per il muso basso e i due grandi parafanghi anteriori, sui quali spiccano le due coppie di proiettori: un elemento estetico tanto caratterizzante da far guadagnare alla vettura il soprannome di “quattro fari”.
Negli anni Sessanta anche i grandi costruttori cominciano a produrre piccole auto dal piglio sportivo, che si propongono come concorrenti delle vincenti vetturette che hanno reso celebre la Casa dello Scorpione. Carlo Abarth, quindi, decide di incrementare la produzione dell’azienda concentrandosi sulle vetture da competizione, per espandere l’offerta in un settore più lontano dagli interessi delle grandi Case ma più vicino all’esperienza maturata dall’Abarth nelle corse.
Accanto alla realizzazione di derivate dalla produzione di serie, l’Abarth arricchisce la propria popolarità attraverso la costruzione di auto dedicate unicamente all’impiego nelle competizioni. E’ il caso delle cosiddette vetture Sport: leggere e potenti spider due posti, a ruote coperte, prodotte in pochi esemplari. Vetture progettate e costruite per partecipare sia alle massacranti gare di durata su circuito, sia alle brevi ma intense corse in salita.
I primi esemplari vengono subito portati in gara dalla Scuderia ufficiale Abarth, che si avvale di piloti di livello internazionale. Gli ottimi risultati ottenuti nelle competizioni più prestigiose costituiscono il miglior veicolo pubblicitario per promuovere le vetture ai clienti privati. Tra le varie campionesse si distingue la Fiat Abarth 1000 SP (il 1000 fa riferimento alla cilindrata, la sigla alla denominazione Sport Prototipo) del 1966 che conquista la vittoria alla durissima 500 km del Nürburgring con il pilota Hans Hermann.
I clienti interessati alle Sport non sono più piloti alle prime armi che acquistavano le derivate su base Fiat 600 e 500, ma navigati ed esigenti gentleman driver che apprezzano subito le ottime doti delle competitive vetture con il logo dello Scorpione: leggere, agili, potenti e veloci ma anche robuste e affidabili. Intorno alla metà degli anni Sessanta nascono dall’Abarth due tipologie tecniche di vetture Sport: da una parte auto con scocche in lamiera stampata e motore posteriore posizionato oltre le ruote, secondo l’impostazione cara proprio a Carlo Abarth; dall’altra vetture più vicine alle Formula, con telaio in traliccio di tubi e motore centrale, proposte il larga parte dal capo progettista, l’Ing. Mario Colucci.
La Fiat Abarth 2000 Sport Tipo SE010 nasce nel 1967 fondendo in parte le due soluzioni: motore posteriore a sbalzo montato su un telaio tubolare. Alcuni pannelli della carrozzeria in vetroresina vengono utilizzati per aumentare la rigidità del leggero telaio (solo 47 kg). La filante spider due posti con parabrezza basso e avvolgente ha un’aerodinamica particolarmente efficiente. I doppi fari annegati nei parafanghi denotano la versatilità della vettura che si presta all’impiego in differenti tipi di competizioni: a seconda delle necessità e dei regolamenti delle singole gare, infatti, i proiettori abbaglianti vengono a volte mascherati con delle strisce adesive. I serbatoi dalla capacità di circa 100 litri dimostrano l’intento di Abarth di impiegare le SE 010 anche in pista nelle gare di endurance.
Cuore della vettura è un potente motore da competizione: doppio albero a camme in testa, due grossi carburatori doppio corpo e lubrificazione a carter secco. Con la cilindrata di due litri sviluppa 250 cavalli, un dato decisamente rilevante per un motore aspirato del 1968. Il peso complessivo è di soli 575 kg e consente una velocità massima di 270 km/h.
I successi sia nelle cronoscalate sia nelle gare di durata, dove l’Abarth partecipa ufficialmente, non si fanno attendere.
Il debutto dell’Abarth 2000 SP SE 010 avviene il 7 aprile 1968 in Francia, alla corsa in salita dell’Ampus. L’esordio è vincente e la vettura stabilisce un nuovo tempo record della competizione, più basso di ben 14 secondi rispetto al precedente. Due settimane dopo l’Abarth vince ancora alla Stallavena-Boscochiesanuova – storica corsa automobilistica veneta - e i successi si susseguono senza sosta nelle principali cronoscalate europee della stagione.
Da segnalare, in particolare, la tripletta alla 12ª Bologna-Passo della Raticosa: la vittoria va a Johannes Ortner, seguito da Peter Schetty e Arturo Merzario.
Dopo il successo nelle cronoscalate è la volta delle gare di endurance: il 4 settembre 1968 la Squadra Corse Abarth iscrive tre vetture Sport alla 500 chilometri del Nürburgring. Per l’occasione le SE 010 sono equipaggiate con un motore da 1600 cc. La tripletta conquistata dall’Abarth resta negli annali: 1° Peter Schetty (che percorre 502,370 km alla media di 143,8 Km/h), 2° Johannes Ortner e 3° Arturo Merzario.
La squadra ufficiale torna alle cronoscalate che in futuro saranno il terreno di maggior impiego dei potenziali clienti. Peter Schetty vince tre celebri competizioni italiane: la Scalata al Colle della Maddalena, la Coppa Alpe del Nevegal e la Aosta-Pila, mentre Merzario conquista la vittoria di Classe nell'ultima gara della stagione all'aeroporto di Aspern (Vienna).
L’esordio con i clienti avviene dopo l’omologazione Sport Gruppo 4: il 27 aprile 1969 il gentleman driver Domenico Scola vince la corsa in salita Pieve Santo Stefano-Passo dello Spino. In seguito, molti altri piloti privati scelgono la Fiat Abarth 2000 Sport Tipo SE010, merito dei i successi e dell’affidabilità dimostrata nelle gare di endurance e delle prestazioni espresse nelle corse in salita.