Raccoglie l’eredità dell’Alfa Romeo di Formula 1 più vincente, la Tipo 158 “Alfetta”. Vince la gara d’esordio a Monza nel 1950 con Nino Farina e il Campionato del 1951 con J.M. Fangio, battendo le emergenti Ferrari. A fine stagione, l'Alfa Romeo lascia la F1 da vincitrice.
Ricevere il testimone da una vettura vincente è sempre difficile, ma sostituire quella che per oltre dieci anni ha stravinto nei Gran Premi di mezza Europa è ancora più arduo. L’Alfa Romeo GP Tipo 159, soprannominata come la 158 “Alfetta” per la sua compattezza, assolve brillantemente il compito: vince all’esordio al Gran Premio d’Italia del 1950 a Monza, che incorona Nino Farina vincitore della gara e primo Campione del Mondo di Formula 1 della storia.
La vettura è un’evoluzione della 158. Motore anteriore 8 cilindri in linea 1.479 cm3 con testata in lega leggera, 2 valvole a V per cilindro e assi a camme in testa comandati da una cascata d’ingranaggi. Alimentato da un carburatore a triplo corpo e sovralimentato con due compressori volumetrici in serie. Lubrificazione forzata con radiatore olio, carter secco. 425 cavalli a 9.300 giri/minuto che consentono una velocità massima di oltre 290 km/h.
Il telaio della vettura è a longheroni, con traverse in lamiera d’acciaio. Trazione posteriore con cambio 4 marce al retrotreno in blocco col differenziale. Sospensioni anteriori indipendenti, balestra trasversale unica e ammortizzatori idraulici, ponte De Dion al retrotreno, unica grande differenza rispetto alla 158.
ALFA ROMEO GP TIPO 159 "ALFETTA" - 1951
ALFA ROMEO GP TIPO 159 "ALFETTA" - 1951
MOTORE
8 cilindri in linea, anteriore longitudinale, doppio albero a camme in testa, carburatore triplo corpo, 2 compressori volumetrici in serie, 1479 cm³
POTENZA
425 CV @ 9.300 giri/minuto
3 Settembre 1950, Monza. XXI Gran Premio d’Italia. Sono tre i contendenti, tutti al volante delle imbattibili “Alfetta”: Farina, Fangio e Fagioli, le famose tre F della Formula 1. Ai primi due viene affidata la nuova 159, con cui Fangio realizza la pole position. In gara è meno fortunato: vince Farina, davanti a Fagioli e Fangio, seguiti da Sanesi e Taruffi sempre su Alfa Romeo.
Nino Farina, portando alla vittoria l'esordiente Alfetta 159, conquista il primo Campionato del Mondo F1. L’anno successivo l’argentino si prende la rivincita. Fangio vince la prima gara in Svizzera sul circuito di Berna, Farina risponde vincendo in Belgio a Spa. In Francia, in coppia con Fagioli, vince ancora Fangio, che giunge secondo dietro le emergenti Ferrari di Gonzales a Silverstone e di Ascari a Monza. Il Mondiale, conteso tra Fangio e Ascari, si decide in Spagna sul tracciato cittadino di Pedralbes, alle porte di Barcellona. Vince Fangio, conquistando contemporaneamente la gara e il titolo mondiale 1951.
L’Alfa Romeo decide di ritirarsi dalla massima divisione per concentrare tutti gli sforzi nella produzione di vetture in larga serie: c’è da progettare la Giulietta ed è in atto un radicale cambiamento al Portello con l'introduzione della catena di montaggio. L’assenza della Casa del Biscione dalla Formula 1 crea un vuoto tale da costringere gli organizzatori a consentire l’iscrizione al Campionato 1952 anche alle vetture di Formula 2. L’Alfa ha dominato prima e dopo la guerra e lasciato la neonata F1 dopo aver conquistato i primi due Campionati del Mondo con due piloti, differenti nel carattere e nello stile di guida ma entrambi leggendari. La GP 159 “Alfetta” resterà l’ultima Alfa Romeo vincitrice del Mondiale F1.