Vincenzo Lancia concentra in un’unica vettura innovazioni e tecnologie molto raffinate. Il fedele progettista Battista Falchetto traduce in realtà ogni geniale idea concepita da Lancia, e che lo stesso fondatore della Casa tiene a collaudare personalmente: nasce così quel capolavoro di tecnologia ed eleganza che diventerà pietra miliare nella storia dell’automobile.
La presentazione ufficiale della Lancia Lambda avviene nell’ottobre del 1922 al Salone di Parigi, ma la genesi della vettura - considerata il grande capolavoro di Vincenzo Lancia – ha inizio dopo il termine della Grande Guerra. È il 7 dicembre 1918, quando viene depositata la richiesta per il brevetto di un’autovettura innovativa: il brevetto Lancia n° 171922 viene ufficialmente registrato il 28 marzo 1919.
Il disegno che lo accompagna raffigura una vettura bassa e affusolata, priva del convenzionale telaio a longheroni e traverse ed equipaggiata con un compatto motore anteriore, in cui l’asse di trasmissione verso le ruote posteriori è ospitato in un tunnel che attraversa longitudinalmente l’abitacolo. Le tradizionali panche disposte su due file vengono divise in coppie di sedili singoli leggermente sfalsati. La vettura così disegnata ha un aspetto sportivo e porta il baricentro molto in basso sia per l’assenza del telaio sia per il pianale condiviso tra sedili e tunnel di trasmissione collocati alla stessa altezza.
Per la prima volta un’automobile è priva del telaio convenzionale ed è la stessa carrozzeria a svolgere il ruolo portante della vettura, richiamando non più la consueta struttura ereditata ancora delle carrozze trainate da cavalli ma quella di una nave. Anche l’allora emergente carrozziere Pinin Farina racconterà successivamente che Vincenzo Lancia prende ispirazione dal robusto scafo delle navi con le quali spesso si reca negli Stati Uniti.
Oltre alla scocca portante c’è un’altra innovazione che Lancia introduce sulla nuova vettura: le sospensioni anteriori a ruote indipendenti. In questo caso la testimonianza ci giunge dallo stesso progettista Battista Falchetto, l’uomo di fiducia di Vincenzo Lancia, capace di riportare le geniali intuizioni dell’imprenditore prima su carta e poi in pratica. Le notevoli asperità delle strade di allora causano la rottura di una balestra dell’asse anteriore di una Lancia Kappa condotta dallo stesso Vincenzo Lancia, pilota esperto e di lungo corso, mentre stava andando a far visita a sua madre in Valsesia. Memore di quell’incidente, Lancia chiede a Falchetto di progettare per la nuova vettura delle sospensioni anteriori in grado di assorbire le asperità del terreno meglio di quanto non faccia un ponte rigido che, a ogni oscillazione verticale di una ruota, fa corrispondere un movimento in senso opposto dell’altra. Falchetto, prontamente, gli sottopone ben quattordici soluzioni differenti per sviluppare le sospensioni a ruote indipendenti.
Per migliorare ulteriormente il comportamento dinamico della vettura occorre poi rendere più corta possibile la parte meccanica anteriore, composta da motore, frizione e cambio. La scelta cade su un compatto quattro cilindri a V stretto che permette di ottenere maggior potenza senza intaccare l’affidabilità. La prima versione del V4 da 2,1 litri di cilindrata eroga 49 CV a 3.250 giri/minuto.
Il primo prototipo di Lancia Lambda viene personalmente testato da Vincenzo Lancia il 1° settembre 1921 in compagnia fido collaudatore Luigi Gismondi. Il percorso prescelto per il leggendario test è quello che da Torino si snoda lungo la salita al colle del Moncenisio. Ancora oggi, a distanza di un secolo da una data entrata a buon diritto nella storia dell’automobile, gli estimatori della vettura e del marchio, usano ritrovarsi presso l’antica locanda “La Giaconera” in Val di Susa, dove Lancia e Gismondi sostarono soddisfatti per l’esito positivo del collaudo, prima di rientrare a Torino.
Ma non tutte le innovazioni nascono dalla mente di Vincenzo Lancia: è lo stesso Battista Falchetto a proporne alcune, come l’impiego di freni anche sulle ruote anteriori. Lancia, inizialmente diffidente, si convince della bontà della soluzione proprio nel corso dei collaudi che con assiduità svolge personalmente. All’esperienza di pilota, Lancia unisce sia la capacità imprenditoriale di scegliere eccellenti collaboratori sia l’acuta intelligenza di essere capace di cambiare idea.