La passione per le auto classiche non ha confini, ma esistono luoghi definiti nello spazio e sospesi nel tempo che conservano l'essenza di questa passione.
Sono i luoghi di Heritage.
La presenza ai principali eventi del settore è un'occasione imperdibile per ammirare da vicino vetture leggendarie che hanno segnato generazioni di appassionati.
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La storia di quattro grandi brand dell'automobilismo italiano
Dai modelli più rappresentativi ai personaggi più vincenti e rivoluzionari, dagli eventi che hanno rappresentato, questa sezione racconta e celebra i pilastri di Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.
Reloaded by creators è il progetto di Heritage che prevede la vendita di un numero limitato di vetture classiche dei brand Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Abarth: modelli storici, dall'autenticità certificata e riportati alla bellezza originaria direttamente dalla Casa Madre.
La passione per le auto classiche non conosce confini, raccogliendo amanti e collezionisti in tutto il mondo. FCA Heritage ha deciso di raccontare le loro storie.
Marino Parolin è nato a Volpago del Montello, paese dell’ingegnere Ugo Gobbato, storico dirigente Fiat poi chiamato dall'IRI alla presidenza dell'Alfa Romeo. Cresciuto nel mito di questo concittadino illustre, Marino ha coltivato per tutta l’infanzia il sogno di diventare ingegnere meccanico.
Quando si nasce e si vive in piccole realtà, è impossibile non rimanere affascinati da chi, partito dallo stesso posto, è riuscito a distinguersi altrove. Se quell'altrove è la Fiat della prima metà del Novecento, il più importante polo economico del Paese, l'ammirazione non può che sorgere spontanea.
Lo sa bene Marino Parolin, estimatore da sempre dall'ingegnere Ugo Gobbato, per anni a capo della casa automobilistica torinese e, dal 1933 al 1945, presidente dell'Alfa Romeo: "Ispirato da un uomo tanto importante, ho sognato per tutta la mia infanzia di diventare un ingegnere meccanico. Avevo un obiettivo preciso: impegnarmi, studiare e riuscire a ottenere la borsa di studio intitolata all’ingegnere", ci confessa.
Il professore di matematica del liceo, però, gli sconsigliò di intraprendere un percorso tanto difficile, perché certo che non avesse una ‘mentalità matematica’. Marino gli ha dato ascolto e ha scelto di diventare un veterinario. Come se, a veterinaria, della matematica non ci fosse bisogno, con materie come fisica, chimica, biochimica. Tutti gli esami superati con il massimo dei voti.
"Non ho mai smesso di coltivare, comunque, la mia passione per la figura dell’ingegnere Gobbato e per tutto il sistema di valori che un uomo come lui ha incarnato. Gli stessi valori della grande famiglia Fiat di quegli anni.
Ho provato a raccontare questo 'mondo' in una biografia del mio illustre concittadino".
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Ma durante la stesura del suo libro, Marino è colto da un ‘blocco dello scrittore’. Il suo "stallo" si risolve grazie a un incontro che si è rivelato fondamentale per la sua storia: quello con Pierugo Gobbato, il figlio dell’ingegnere. Parolin stava infatti per abbandonare l’idea di scrivere, quando un giorno si è imbattuto in due pagine di Repubblica che raccontavano di questo grande "figlio d'arte", che fu Direttore Generale della Ferrari e poi della Lancia.
"Ho provato a mettermi in contatto con Pierugo, più volte, ma nulla!", ci racconta emozionato, "Finché un giorno non si è fatto vivo lui stesso. È stato incredibile! Ci siamo visti e da quella volta ci siamo risentiti e confrontati spesso. Oltre a essere stato un grande dirigente, era un grande uomo. Per me è stata una fortuna conoscerlo".
Il progetto cui è maggiormente legato il nome di Pierugo alla testa della Lancia è quello della Stratos: la vettura, prodotta dalla casa automobilistica italiana dal 1973 al 1975 su disegno di Marcello Gandiniper Bertone, è stata un simbolo di quegli anni grazie all'incredibile quantità di vittorie sportive che riuscì a inanellare.
"Quello trascorso alla Lancia è stato certamente il periodo migliore di Pierugo Gobbato. Mi ha sempre colpito la filosofia che stava dietro a ogni scelta aziendale del marchio: tecnologia, eleganza, sportività. Erano questi i suoi principi guida e le caratteristiche che venivano apprezzate nel mondo" - non ha dubbi Marino.
Rievocare questi valori è stato un impulso determinante per continuare a raccontare la storia dei Gobbato, una tradizione familiare che ha significato tanto, non solo per il Gruppo Fiat: "Ho sempre creduto che tramandare le storie di uomini e di aziende di successo sia indispensabile per educare.
È questo l'ideale alla base del club Amici della storica Lancia, che ho fondato proprio in onore di Pierugo Gobbato e che coinvolge me e un gruppo di altri appassionati di auto storiche.
All'ultimo raduno abbiamo accolto più di centoventi Lancia Fulvia provenienti da diverse parti d'Italia. Uno spettacolo!".
Quella di Marino Parolin non è una passione "soltanto teorica", fatta di libri, studi e momenti di condivisione in occasione degli eventi. Ci tiene a specificarlo: "Possiedo due Alfa Romeo classiche: una Spider "aerodinamica" ed un’Alfa 90 V6. Anche i miei due figli, Matteo e Gabriele, sono due amanti di questi modelli, e non perdono occasione per mettersi al volante".
Una questione di genetica? "Può darsi", ci pensa, "ma sono certo che le storie che ho condiviso con loro sin da piccini abbiano portato i loro frutti. Perché custodiscono un universo romantico di valori in cui gli appassionati di automobili, di Lancia e di Alfa Romeo nel caso specifico, si riconoscono e si sentono parte di una grande famiglia".
Proprio quell'attaccamento che ha spinto Marino, sin dagli inizi, a coltivare giorno per giorno la passione di una vita. A partire dai ricordi di un uomo che, non solo per vicinanza di origini, ha preso a modello.
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